POLITICI e REALTA’

POLITICI e REALTA’

 E’ stato approvato dal Consiglio dei Ministri il disegno di legge delega chiamata “Riforma del terzo settore” che si propone, sottoforma di servizio alla Patria, di impiegare un congruo numero di giovani in servizi di volontariato “a pagamento”.

E’ un modo della politica che invece di adoperarsi per far partire l’economia incentivando le industrie e, conseguentemente creare posti di lavoro, vuol salvare la faccia verso il mondo giovanile creando oneri a carico dei cittadini.

Riporto frammenti di un articolo di Carlo Mercuri: “ a nove anni di distanza dalla sospensione del servizio militare obbligatorio e cinque anni dopo l’introduzione della mini naja del ministro La Russa si torna a parlare di leva. Ma che centra la proposta renziana di servizio civile con la leva degli alpini? In realtà il discrimine tra le due forme di servizio alla Patria è più sottile di quanto non sembri.

Il sistema solidaristico gestito dall’ANA è una delle più potenti macchine organizzative di Protezione Civile del nostro Paese Il Presidente Nazionale dell’ANA Sebastiano Favero ha citato alcuni dati: “ abbiamo mobilitato ottomila uomini per il terremoto d’Abruzzo. In accordo con il Sindaco di Fossa abbiamo ricostruito 33 case e rifatto la Chiesa. In cambio abbiamo chiesto solo vitto ed alloggio.

Nel corso del 2013 i gruppi Alpini dell’ANA hanno fatto interventi a seguito di calamità stimabili in circa 70 milioni  di € tra ore di lavoro e varie operazioni. Il primo ospedale da campo è nato 25 anni fa con l’ANA. Ora è a BERGAMO. Ma l’ultimo intervento è stato in Giordania, a supporto dei rifugiati che venivano dalla Siria”.

Il Gruppo Alpini di Creazzo composto da Alpini, Coro Ana,  Marciatori Ana e Protezione Civile nel 2013 ha accumulato 6300 ore di lavoro).  Come chiamare tutto ciò se non protezione civile? Eppure gli alpini sono un Corpo militare e vanno fieri della loro militarità. L’idea del nostro Presidente di ritornare ad un servizio di leva  per avere una base di ragazzi su cui contare in caso di necessità si è materializzata nel corso dell’ultimo raduno delle penne nere a PORDENONE formulando la proposta al premier Renzi ed al ministro Pinotti.  In luogo di ricevere solo benevoli sorrisi di circostanza il nostro Presidente ha incassato inviti a formulare “ proposte concrete” fatte le quali, il Presidente Renzi ha risposto con una lettera dicendosi entusiasta, spiegando che condivideva il programma ed esortando il nostro Presidente Nazionale ad andare avanti.

Che cosa prevede il programma alpino?

Prevede un minimo di inquadramento militare, poca roba, nel nostro caso non dobbiamo formare combattenti dice il nostro Presidente L’ipotesi è di fare un periodo di addestramento di cultura alpina per circa un mese e mezzo e successivamente passare alla formazione vera e propria, con corsi di ant’incendio boschivo e di conoscenza della montagna sia d’inverno che d’estate.

Il tutto potrebbe durare 6-8 mesi complessivamente e riguardare 5000 giovani all’anno. Ci sono tante caserme dismesse che potrebbero essere utilizzate come punti base Il Presidente dell’ANA si schermisce: “ Nel DNA degli alpini non c’è il volontariato a pagamento. Il servizio che i nostri ragazzi offrirebbero sarebbe un servizio reso al Paese. Ci sarebbe bisogno solo di rimborso spese,  del vitto e dell’alloggio. Oltre naturalmente a vedere riconosciuti i giusti crediti sul mercato del lavoro a questi ragazzi”.

Non è romanticismo ritornare alla leva anche se in forma diversa ma un modo per impostare i giovani  al servizio, all’obbedienza alla amicizia, alla convivenza ed anche all’umiltà.

                                      Gruppo Alpini Creazzo

                                          Bepi Notarangelo

Loading

Aggiungi ai preferiti : permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *